20 Luglio 2020

Aldino Albertelli: una storia tutta da scoprire

Aldino Albertelli non è “solo o semplicemente” un imprenditore. Aldino Albertelli è un uomo, un inventore, un lunigianese, un cittadino del mondo, un padre, un amico, un esempio di resilienza e molto, molto altro. La sua storia sembra la trama di un appassionante romanzo, fatta di sentimento, amore, fatica, lavoro e dedizione. Un vissuto di quelli che fa nascere il desiderio di conoscerlo fino in fondo. E Aldino si racconta, con piacere ed umiltà e con tanta sorpresa. Quasi non realizzasse il motivo per il quale la sua vita possa apparire così interessante ed inconsueta.
Aldino Albertelli nasce a Versola. A dieci anni, nel 1960 insieme ai genitori parte per l’Inghilterra, a Londra, dove si ritrova, da immigrato, immerso in un contesto nel quale deve decidere se trovare la sua via o affondare in un mare di difficoltà e problemi. Sceglie la prima opzione; frequenta le scuole e, grazie ai suoi brillanti risultati, inizia a porre le basi per il suo futuro.
Aldino si fa subito riconoscere per le sue capacità e il suo impegno e, grazie alla sponsorizzazione di un’industria cinematografica, ha la possibilità di frequentare un corso di sette anni in architettura classica e scienze dei materiali, corso che gli cambierà la vita, dando vita ad un’attività nell’alta fascia architettonica.
È proprio a Londra che incontra il grande amore della sua vita, purtroppo mancata prematuramente: sua moglie, Graziella Bertocchi, anch’ella originaria del Comune di Pontremoli, per la precisione della frazione di Traverde, conosciuta però lontano dal Campanone.
Nati lo stesso giorno dello stesso mese dello stesso anno, si innamorano e si sposano.
Grazie ai suoi studi Aldino inizia a lavorare per Buckingham Palace, arrivando a ricostruire in stile classico il Savoy Theatre di Londra ed è proprio durante questa impresa che pensa, idea e brevetta un nuovo materiale: completamente ignifugo, adatto a qualsiasi finitura (mattone, pietra, legno). Rientra in Italia otto anni fa. Si stabilisce a San Giuliano Milanese, dove continua nella sua attività di ricerca e sviluppo di questo e altri materiali, arrivando ad ottenere duecentoventidue brevetti. La sede della sua azienda è in Irlanda, ma ha filiali negli Stati Uniti, Russia, Corea del Sud, in tutta Europa. Collabora con il Politecnico di Milano e con diverse altre Università.
Sono sue le panchine a forma di libro, ognuna dedicata ad un autore diverso, che in questi giorni hanno fatto la loro comparsa in occasione del Premio Bancarella, in omaggio a dieci tra i più famosi vincitori del riconoscimento letterario e non solo: da Hemingway a Gervaso, dalla Fallaci a Eco, le parole dei noti autori troveranno spazio in questi pezzi unici, realizzati con questo particolare materiale che ha conquistato il mondo intero.
«L’idea delle panchine non è la mia – ha confessato Aldino Albertelli -. Io le ho “scarabocchiate”, mentre il Sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini e la mia compagna, Silvana Turri, le ideavano con le parole. Io ho dato loro solo la forma». E proprio in queste settimane, Aldino Albertelli ha visto il riconoscimento per l’ennesimo brevetto, quello per un sistema di pannelli aspiranti che uccide Covid19, ideale per Rsa, ristoranti, scuole, ospedali e non solo.
Torna spesso a Versola dove è nato. La sua residenza ora è a Londra, anche se passa molto tempo a San Giuliano Milanese. Il Comune di Pontremoli lo ha voluto omaggiare della benemerenza civica lo scorso 31 gennaio e di questo, la cittadinanza ne va particolarmente fiera.
Ancora una volta un Pontremolese che ha saputo portare la propria competenza, costanza, genio e l’amore per le proprie radici all’onore del mondo. E a chi gli chiede come abbia fatto a raggiungere certi traguardi risponde «Nessuno inventa nulla. Tutto esiste già in natura. La cosa da fare è scoprirla».

Ufficio Stampa

 

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